Mis(s)conosciute - scrittrici tra parentesi

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Mis(S)conosciute - La newsletter #2: Carla Capponi, Lucia Brandoli e Hilda Hilst

Mis(S)conosciute - La newsletter #2: Carla Capponi, Lucia Brandoli e Hilda Hilst

Scrittrici (e altre cose) tra parentesi

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Mis(s)conosciute
Apr 08, 2021
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Mis(S)conosciute - La newsletter #2: Carla Capponi, Lucia Brandoli e Hilda Hilst
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Ciao!

Questa è la newsletter di Mis(s)conosciute - scrittrici tra parentesi: noi siamo Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio, e in questo spazio parliamo di tutto ciò di cui secondo noi si parla ancora troppo poco e di tutte quelle tematiche sulle quali vorremmo porre l’accento e accendere riflessioni.


La newsletter di aprile di Mis(S)conosciute porta con sé un vento di novità, un po' come la primavera che finalmente inizia a sentirsi. 

Qualche giorno fa è uscito un nuovo episodio del nostro podcast, il sesto tassello che si aggiunge al mosaico che un po' alla volta, con i nostri tempi, stiamo componendo per te che ci ascolti.

 La puntata si intitola “Mis(s)conosciute - gli scrittori spontanei”  ed è molto speciale perché è un po' quella delle prime volte: 

  • per la prima volta i protagonisti sono due;

  • è la prima volta in cui raccontiamo un artista uomo;

  • questo episodio è frutto della prima collaborazione con un altro bellissimo progetto,  Pillow Talk Platform, la piattaforma online per la divulgazione di contenuti culturali e artistici legati al contemporaneo di Matèria Gallery .  

Clelia Marchi e Pietro Ghizzardi

Nell’episodio raccontiamo le esperienze speculari di due autori semi-analfabeti ma poeti e (quasi) conterranei: Clelia Marchi, autrice del famoso diario-lenzuolo custodito presso laFondazione Archivio Diaristico Nazionale e pubblicato da il Saggiatore nel volume “Gnanca na busia - il tuo nome sulla neve”, e Pietro Ghizzardi, artista irregolare e autore di “Mi richordo anchora" edito da Einaudi (1976) e poi da Quodlibet (2016) e vincitore del Premio Viareggio 1977 e la cui opera è custodita nella Casa Museo Pietro Ghizzardi a Boretto (RE). Il racconto della vicenda diaristica della Marchi va di pari passo con quello dell'artista Pietro Ghizzardi, tramite la viva voce dei protagonisti e brani scelti dalle loro opere.

In Mis(S)conosciute c’è tanto di noi tre: ogni episodio nasce in qualche modo da un nostro legame personale con le storie raccontate, le autrici narrate e i libri letti e riproposti nel progetto. In questo caso, il filo che ci lega a Clelia Marchi e Pietro Ghizzardi è particolarmente spesso, intricato: la lettura del libro di Clelia ci ha emozionate, commosse e fatto venir voglia di conoscere questa signora del secolo scorso che tanto ha vissuto, sofferto, amato e le cui emozioni erano talmente incontenibili da trovar il loro posto nella scrittura. Pietro Ghizzardi, invece, artista irregolare misconosciuto e dal talento innegabile, è letteralmente parte della famiglia di Mis(S)conosciute, perché prozio di Giulia Morelli. Lucia Ghizzardi, la nipote e direttrice della Casa Museo Pietro Ghizzardi, ha prestato la sua voce per leggere i brani tratti dal libro di Clelia Marchi. 

Clelia e Pietro hanno attraversato due guerre e il 25 aprile celebriamo il 76esimo anniversario della Liberazione d’Italia, un appuntamento che già l’anno scorso abbiamo deciso di onorare con una particolare iniziativa che abbiamo chiamato #staffettamissconosciute: una staffetta di donne partigiane #missconosciute nelle stories dei nostri profili Instagram che riproponiamo anche quest’anno.  Il 25 aprile dedichiamo questo spazio a loro, che meritano di essere conosciute, capite e, seppur a distanza di decenni, ascoltate.

Ci poniamo, innanzitutto, una domanda che non avrà mai una risposta: senza l’apporto straordinario delle partigiane, la Resistenza sarebbe stata la stessa?

Pensiamo che sia molto importante continuare a ricordare queste donne straordinarie, conosciute, #missconosciute e anche completamente ignote, anonime, che ci hanno permesso, grazie al loro coraggio, impegno, sforzo e dedizione, di festeggiare questo anniversario. 

Senza tutte quelle bambine, ragazzine, giovani e donne di ogni età che si sono assunte la responsabilità di essere staffette, contrabbandiere di messaggi, oggetti proibiti e della stampa clandestina, senza le operaie, contadine, infermiere, dottoresse, cuoche e sarte, senza le massaie che nei cesti di frutta e verdura trasportavano armi, senza le combattenti pronte ad agire in prima linea al fianco dei partigiani uomini, forse la storia di oggi sarebbe stata un po’ diversa.

La nostra #staffettamissconosciute la facciamo partire oggi, dedicando la rubrica “Bio(S)conosciute” alla partigiana Carla Capponi. Ti invitiamo a fare altrettanto: ti passiamo il testimone della staffetta che raccoglieremo di nuovo il 25 aprile! 

Se conosci la storia di una partigiana sconosciuta, se nella tua famiglia o tra i tuoi conoscenti ci sono state donne partigiane che ti hanno donato i loro ricordi, condividili con noi! Oppure condividi la storia delle partigiane più note che conosci e che vale sempre la pena di ricordare. Taggaci e usa l’hashtag #staffettapartigiana: ci piacerebbe riuscire a riempire di storie partigiane i feed dei nostri profili per tutto il mese di aprile!


Carla Capponi

(1918 - 2000)

“Oggi, nel confrontare alcune vicende della mia vita di allora con quelle di molti giovani d’oggi, non riesco a sentirle né migliori né peggiori delle vostre, né a considerare il vostro tempo più facile dei miei coetanei. Ogni epoca del nostro vivere ci riserva, purtroppo, difficoltà e pericoli [...]: che tu abbia superato un esame difficile a scuola - uno dei primi traguardi, o che tu sia riuscita a salvarti da un arresto delle SS gettandoti dalla finestra e scappando nel buio della notte. E solo la spettacolarità della vicenda che ci illude sul valore di quella prova [...]”

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