Mis(S)conosciute - La newsletter #25: 2 anni di newsletter! Fabrizia Ramondino, Lorraine Hansberry, Velia Lalli e Viola Ardone
Scrittrici (e altre cose) tra parentesi
Ciao!
Questa è la newsletter di Mis(S)conosciute - scrittrici tra parentesi: noi siamo Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio e in questo spazio parliamo di tutto ciò di cui secondo noi si parla ancora troppo poco e di tutte quelle tematiche sulle quali vorremmo porre l’accento e accendere riflessioni.
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Da marzo 2022 i numeri della newsletter sono “ascoltabili” su Spreaker e su tutte le piattaforme!
La newsletter che inviamo l’8 marzo è speciale: in una data fortemente simbolica abbiamo deciso, due anni fa, di dare vita a un nuovo ramo del progetto Mis(S)conosciute, la newsletter che stai leggendo.
All’interno di un lavoro di divulgazione “lento” come il nostro, regolato da tempi anarchici e completamente autogestiti, abbiamo deciso di fissare un appuntamento mensile con chi ci segue non passibile di procrastinazione.
In due anni, ogni mese abbiamo scritto una riflessione (anche detta, in gergo, pippone), nella rubrica Bio(S)conosciute abbiamo studiato e raccontato 24 scrittrici, abbiamo ospitato 22 autrici e professioniste del mondo editoriale che ci hanno regalato altrettante storie di scrittrici dimenticate da riscoprire (Scrittrice legge scrittrice) e abbiamo selezionato una raccolta di appunti sparsi su ciò che leggiamo, vediamo e ascoltiamo di mese in mese (Miscellanea).
Da qualche mese abbiamo una nuova rubrica non fissa ma sregolata come noi, Smargina/Menti, inaugurata dalla nostra sodale Lidia Leta: uno spazio che offriamo a chiunque desideri esprimere in libertà pensieri su argomenti scomodi, difficili, spesso tabù come quelli legati al corpo e alla maternità (se e quando ti andrà di condividere con noi e con la nostra community la tua storia, siamo qui per accoglierti).
La newsletter è stata fino ad oggi un progetto fruibile gratuitamente e liberamente, a cui ci dedichiamo costantemente, con dedizione, per raccontare per iscritto e nel modo più documentato possibile le storie delle autrici che colpiscono la nostra attenzione.
Mis(S)conosciute è però un progetto indipendente e autoprodotto e come tale è finanziato solo dalle nostre forze. In questi 24 mesi ci siamo rese conto che il nostro sforzo - che non è solo di scrittura ma anche di ricerca, verifica delle fonti e produzione (poiché da marzo '22 la newsletter è anche in podcast - anche se non con regolarità, ahinoi) - per quanto stimolante e arricchente, non è più sostenibile nel solo formato “aperto”.
Quindi, per i due anni di questo progetto vogliamo provare a farci un regalo.
Vogliamo tentare di rendere il progetto più sostenibile anche da un punto di vista economico.
Eccolo, il grande tabù del lavoro culturale in Italia: parlare di soldi. Qualche settimana fa, abbiamo lanciato un sondaggio in cui vi abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande proprio su questo argomento proibito.
Le risposte sono state tante, varie, ci hanno rincuorate e convinte a fare questo tentativo: per i due anni della newsletter, Mis(S)conosciute (e altre cose) tra parentesi apre una piccola campagna di abbonamento.
Abbiamo deciso di riservare l’archivio completo e alcune sezioni della newsletter (Bio(S)conosciute, Miscellanea, Smargina/Menti) esclusivamente a chi sceglie di sottoscrivere un piccolo abbonamento simbolico a poco più di 1,50€ al mese (20€ l’anno): un piccolo gesto per sostenerci e permetterci di continuare a svolgere il nostro lavoro di divulgazione culturale.
Se non puoi permetterti un abbonamento non preoccuparti: la maggior parte della newsletter resterà gratuita e fruibile ogni mese nella tua casella email! E se vuoi offrirci solo un caffè, c’è sempre Ko-fi!
Per restare in tema novità e annunci, siamo davvero felici di poter finalmente svelare il nuovo progetto a cui stiamo lavorando da mesi:
Il 29 marzo esce in libreria il primo libro di Mis(S)conosciute edito da LiberAria!
Si intitola “L’Esile penna: Fabrizia Ramondino. Itinerari di vita e letteratura ai confini tra realtà e immaginazione”, ha una prefazione di Valeria Palumbo, e domenica 12 marzo lo presentiamo in anteprima a BookPride insieme a Carla De Felice.
È un saggio sulla figura letteraria e umana della scrittrice Fabrizia Ramondino, la primissima scrittrice italiana che abbiamo raccontato nel nostro podcast nell’estate del 2020.
Il testo ha un taglio divulgativo, nello stile di Mis(S)conosciute, e vuole inserire l’opera dell’autrice in un contesto letterario, culturale e sociale di ampio respiro per dare a Fabrizia Ramondino il posto che merita nel canone letterario contemporaneo, e per avvicinarla a sempre più lettrici e lettori.
Dopo mesi di lungo e intenso lavoro di studio e ricerca, dobbiamo ringraziare pubblicamente innanzitutto la nostra editrice Giorgia Antonelli, per averci volute in questa impresa, Valeria Palumbo per la prefazione che ha curato per il volume e tutte le persone che sono state coinvolte nel processo di creazione del libro, a partire da Monica Lasagni che ha realizzato l’illustrazione della copertina.
Noi siamo molto fiere di questa piccola impresa realizzata contro ogni pronostico, passando innumerevoli notti insonni e attraversando mesi di impegni personali e lavorativi ad alta intensità.
Ci siamo riuscite e ora speriamo che L’Esile penna vi sia di valido aiuto nel viaggio alla scoperta di Fabrizia Ramondino.
Ne parleremo sicuramente moltissimo nelle prossime settimane perciò, per adesso, ci fermiamo qui!
Sul sito di LiberAria è già possibile ordinare una copia in pre-order del libro!
Le spedizioni partiranno dal 29 marzo in poi!
11 marzo [DAL VIVO] - Parma
Sabato 11 marzo alle ore 19:00 saremo al Teatro al Parco di Parma per presentare la graphic novel di Chiara Lagani e Mara Cerri 𝙇'𝙖𝙢𝙞𝙘𝙖 𝙜𝙚𝙣𝙞𝙖𝙡𝙚 (Coconino Press), riadattamento in forma di fumetto della famosa quadrilogia di Elena Ferrante.
La serata proseguirà con lo spettacolo teatrale 𝙎𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣'𝙖𝙢𝙞𝙘𝙞𝙯𝙞𝙖 di Fanny & Alexander e la mostra di Mara Cerri con le 200 tavole originali del fumetto.
12 marzo [DAL VIVO] - BookPride Milano
Domenica 12 marzo alle ore 15:30 presentiamo a BookPride il nostro esordio editoriale, il saggio L’Esile Penna: Fabrizia Ramondino. Itinerari di vita e letteratura ai confini tra realtà e immaginazione edito da LiberAria. Con noi la bravissima Carla De Felice, vi aspettiamo! A Milano sarà possibile acquistare in anteprima il saggio presso lo stand della casa editrice.
FORMAZIONE
Il 2 marzo è iniziato il nostro corso di podcast online realizzato in collaborazione con Scintille Bookclub! Cinque appuntamenti serali per avere tutti gli strumenti per realizzare il proprio podcast autoprodotto.
Nel mese di marzo, inoltre, saremo ospiti dell’Università Statale di Milano e della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica: due diverse giornate di workshop dedicate al mondo del podcast e dell'autoproduzione di progetti culturali.
Se volete collaborare con noi o avere più info sulle nostre proposte didattiche e formative, scriveteci o visitate questo link.
Uno spazio in cui una scrittrice ospite consiglia ai lettori di #missconosciute un’autrice da leggere: la sua autrice preferita, una scrittrice troppo poco nota, poco pubblicata, un libro poco conosciuto di un’autrice famosa o la scrittrice che secondo lei tutti dovrebbero leggere.
VELIA LALLI LEGGE VIOLA ARDONE
Velia Lalli esordisce nella comicità nel 2009 con il gruppo di rivoluzione comica “Satiriasi”, diventando la prima (e allungo, unica) stand up comedian donna italiana. Approda in TV nel 2013 nel programma Aggratis di Rai2.Dal 2014 lavora per il canale TV Comedy Central come autrice e interprete di monologhi nel programma Stand Up Comedy. Dal 2016 al 2018 è volto fisso della trasmissione Sbandati (Rai 2), e dal 2017 è ospite con cadenza regolare nella trasmissione Tv Talk (Rai 3). Nel 2018 è stata ospite di Le parole della settimana di Massimo Gramellini, con un monologo originale.
Per Audible.it è coautrice e protagonista del progetto podcast GURU (Guida umoristica alle relazioni umane), e di Comedy live, con uno special live dal titolo Bad girl.Nel 2019 è stata speaker della conferenza TEDx di Castelfranco Veneto.
Dal 2019 insegna scrittura comica e standing presso l’Accademia del comico.
Ha recentemente debuttato con Outsider, il suo sesto show di stand up comedy. Grazie ad una sua ex amica, che le disse: “Tu pensi troppo!”, ha fatto delle sue cogitazioni un lavoro, una passione e un motivo per essere felice. Nella sua espressione comica, Velia è esattamente come nella vita: tanto simpatica quanto stronza.
IL TRENO DEI BAMBINI – Viola Ardone
di Velia Lalli
Mi piacerebbe tanto poter dire che, quando ho ricevuto l’invito a partecipare a questa rubrica, sono corsa tutta felice a sfogliare uno dei libri che tengo sul comodino, gridando con lo sguardo rivolto al cielo: “Ce l’ho, è questo il libro dell’autrice più fantastica che nessuno conosce tranne me”. Ma no. Non è stato così. Le ragioni sono due (“lacrime mie o lacrime tue”, scusate… non ho resistito!).
Sul mio comodino, spesso, riposano in pace libri impilati che non leggo. Li chiamo i “libri cellulite”, perché ristagnano come i liquidi in eccesso nel tessuto adiposo e sono altrettanto difficili da eliminare.
Spesso sono libri di autori maschi.
Esposte in quest’ordine, le due ragioni sembrano indicare una ribellione: “Non leggo quei libri perché sono scritti da uomini”. Invece no. Quello che è emerso da una onesta analisi dei miei comportamenti di lettrice è che la mia libreria è stracolma di autori maschi. Quindi sì, sono vittima del patriarcato ma, soprattutto, di video buffi di gatti e panda (il mio nuovo guilty pleasure), a cui mi dedico assiduamente prima di prendere sonno. Invece di leggere.
Mentre mi flagellavo per essere tanto inadeguata, però, inaspettatamente mi sono fatta la domanda giusta: qual è il libro che ho regalato di più? Ed eccola lì la mia autrice! Viola Ardone. (Viola, ti devo un favore!)
Viola Ardone (Napoli 1974) insegna latino e italiano al liceo.
Questa la sua biografia, copiata esattamente così come è riportata sul suo romanzo “Il treno dei bambini”.
Una biografia di mezza riga. E, se prima volevo dirvi che sono innamorata di questo romanzo, ora mi rendo conto di essere innamorata di lei. Non so nulla di più di questa scrittrice e mi basta. Lei, evidentemente, non sente la necessità di dirci di più. Probabilmente perché vuole far parlare il suo romanzo.
Sia chiaro, non parliamo di una autrice minore. Questo romanzo è stato tradotto in 25 lingue! E io ne sono venuta a conoscenza perché se ne è parlato nella mia trasmissione preferita: TG3 Linea notte. Quella che guardo la sera, per prendere sonno, subito dopo un giro di gattini e panda. Maurizio Mannoni, con quel ritmo lento, dilatato, più che il giornalista-conduttore televisivo, dovrebbe fare i soldi su YouTube incidendo tracce audio per addormentarsi. “Crolla subito con Maurizio Mannoni”.
Insomma: Viola Ardone, al suo quarto romanzo, non ha bisogno di pubblicità. Sicuramente non della mia. Invece io avevo un gran bisogno della storia che ha scritto.
Siamo nel 1946, nel dopoguerra. Amerigo è un bambino di un quartiere napoletano estremamente povero, figlio di una donna sola che non è in grado di provvedere a lui. Antonietta non ha gli strumenti materiali né tantomeno culturali per garantirgli una esistenza dignitosa e decide di aderire, come molte altre famiglie del rione, a una iniziativa del Partito Comunista che, in quegli anni, organizzava dei treni speciali per portare i bambini del sud in Emilia, collocandoli presso famiglie che potessero occuparsene. Nutrirli, istruirli, strapparli alla miseria.
In questa cornice storica in cui i personaggi sono calati e che diventa un affresco vivido di un’epoca, sono stata rapita dalla delicatezza del racconto delle emozioni. E se, come credo, in ogni storia ognuno ricerca parti della propria, io mi sono specchiata con una certa commozione nelle due donne che, per ragioni diverse, non riescono a vivere la maternità. Una, Antonietta, è madre biologica. Diventata madre come lo si diventava troppo spesso un tempo, ovvero accettando quello che la vita o, peggio, un uomo inadeguato, hanno messo in atto al di là della propria volontà. La durezza delle circostanze non le permette di assolvere al suo ruolo, costringendola alla scelta di delegare l’accudimento del figlio a qualcun altro. Allontanarlo, e in fondo perderlo, pur di salvarlo.
L’altra, Derna, è una donna sorprendentemente moderna per l’epoca: sindacalista, ex partigiana, anche lei sola. Ma per scelta. Un personaggio che ci ricorda tutte quelle donne alle quali, noi contemporanee, dobbiamo essere grate per essere state, molto prima che fosse socialmente accettato, quello che desideravano essere. Derna, a causa di un imprevisto, si ritroverà ad accogliere Amerigo in casa sua, essendone apparentemente impreparata.
Viola Ardone ci racconta queste due donne con la stessa dolcezza. La dolcezza della paura dell’inadeguatezza che trova, invece, nei piccoli gesti la capacità di accogliere e proteggere l’infanzia. E lo fa raccontare a un bambino, senza giudizio, attraverso quelle azioni che esse compiono verso di lui e che ci riportano con un salto temporale e emotivo, anche alle nostre infanzie. Facendoci riscoprire i gesti intimi del calore familiare che commuovono profondamente il bambino che siamo stati.
In un solo romanzo, pensate un po’, sono tornata bambina, ho pianto per la mia mancata maternità, ho gioito per aver avuto la fortuna, in un periodo della mia vita, di amare dei figli non miei, ho benedetto di avere una nipote. Ti devo un gran favore Viola, per avermi ricordato con dolcezza che nella mia vita ho amato come figlia e come madre, anche se sulla mia carta d’identità c’è scritto “nubile”.
LORRAINE HANSBERRY
(1930 - 1965)
Quest’anno festeggiamo l’8 marzo raccontandovi la storia di un’autrice che abbiamo conosciuto - vivaddio! - grazie al suggerimento di un nostro illuminato amico e collega (ciao, Andrea!) che non disdegna, anzi, la lettura di scrittrici: Lorraine Hansberry, la prima drammaturga afroamericana a calcare le scene a Broadway, tra gli anni ‘50 e ‘60. Una vera e propria apripista, con la sua scrittura e il suo impegno politico, per una nuova generazione di artisti e playwright nell’America ancora in parte segregata e segregazionista di quei decenni.
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