Mis(S)conosciute - La newsletter #3: Goliarda Sapienza, Marta Cuscunà e Arcangela Tarabotti
Scrittrici (e altre cose) tra parentesi
Ciao!
Questa è la newsletter di Mis(s)conosciute - scrittrici tra parentesi: noi siamo Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio, e in questo spazio parliamo di tutto ciò di cui secondo noi si parla ancora troppo poco e di tutte quelle tematiche sulle quali vorremmo porre l’accento e accendere riflessioni.
Siamo reduci da una #staffettamissconosciute che ci ha tenute occupate per tutta la fine di aprile e da alcuni incontri molto fruttuosi con una scuola di Napoli con cui stiamo portando avanti un progetto che speriamo, prima o poi, di presentarvi.
Come l’anno scorso la staffetta è stata bellissima, e noi siamo state molto felici di raccontarvi e farci raccontare le storie di Carla Capponi, Joyce Lussu, Gloria Chilanti, Alba de Céspedes, Santuzza Catana Ronci, Marisa Ombra, Maria Teresa Regard, Giovanna Zangrandi, Ondina Peteani. E proprio alla vita di Ondina Peteani si è ispirata la scrittrice ospite di questo mese (spoiler alert!), Marta Cuscunà, per il suo spettacolo teatrale per un’attrice, cinque burattini e un pupazzo, dal titolo “È bello vivere liberi!”.
Ma se aprile è il mese della Resistenza, maggio è il mese del Lavoro. L’anno scorso, mentre ci avviavamo temporaneamente verso la conclusione di un duro lockdown durato quasi due mesi, avevamo provato a tirare le somme degli aspetti dell’epidemia più “impattanti” sulla questione femminile. Tra le questioni più gravi vi era già quella lavorativa. Ne avevamo già accennato nella newsletter di marzo, ma aggiorniamo un po’ di dati: nell’anno della pandemia complessivamente sono svaniti 456mila posti di lavoro. Di questi, 207mila erano occupati da uomini, e 249mila da donne. Ben 96mila di queste, secondo un report diffuso da Save The Children in occasione della Festa della Mamma, sono mamme con figli minori: che a causa del carico di lavoro domestico e di cura, a causa della necessità di seguire i bambini più piccoli hanno dovuto rinunciare all’impiego o ne sono state espulse.
La genitorialità aumentava la disparità di genere in ambito lavorativo già prima della pandemia: secondo un report di WeWorld le donne occupate con figli che vivono in coppia sono solo il 53,5%, contro l’83,% degli uomini a pari condizioni. Per i single, i tassi di occupazione sono 76,7% per gli uomini e 69,8% per le donne. Il Covid ha fatto il resto: 1 donna su 2 ha rinunciato almeno a un progetto, vedendo spesso peggiorare la propria situazione economica, e il 31% ha annullato o posticipato la ricerca di lavoro.
Il problema, naturalmente, non è solo italiano: secondo i numeri dello European Institute for Gender Equality nell’UE l’occupazione femminile si è ridotta di 2,2 milioni. Le donne spesso lavorano in settori che hanno subito perdite ingenti di fatturato e forza lavoro, come le vendite al dettaglio, l’assistenza residenziale, il lavoro domestico e l’abbigliamento: l’aumento estivo dell’occupazione non ha invertito il trend, le donne hanno ottenuto solo la metà dei posti di lavoro degli uomini. Ciò dimostra che l’impatto della pandemia sta avendo effetti più duraturi per le donne, che continuano a pagare il tributo più alto all’emergenza, e non solo in termini economici.
Buona festa del lavoro, buona festa della mamma.
Goliarda Sapienza
(1924-1996)
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