Oggi non ci dilungheremo sui molti argomenti che hanno segnato le nostre riflessioni nei mesi scorsi e sulle terribili notizie che quotidianamente ci giungono da ogni dove e su cui si scrivono fiumi di inchiostro virtuale e non che riempiono gli schermi dei nostri device digitali.
Introduciamo la newsletter di gennaio 2025 con una rapida nota per salutare questo nuovo anno anche dagli schermi di Mis(S)conosciute: ci voltiamo indietro e ci sembra che i dodici mesi del 2024 siano trascorsi davvero troppo in fretta. È forse l’effetto che fa l’aver avuto un anno pieno di progetti da tentare di portare a compimento? Alcuni hanno effettivamente visto la luce: a maggio 2024 è uscita la nostra prima serie podcast dedicata alla scrittrice Goliarda Sapienza; con Frida e Giulia di OrientalBookClub e Federica Marri da più di un anno portiamo avanti la nostra rubrica sulla Palestina e le scrittrici palestinesi; abbiamo partecipato a convegni universitari e conferenze di settore per raccontare il metodo divulgativo che adottiamo per parlare delle autrici di cui ci occupiamo; e soprattutto abbiamo incontrato tante persone in tutta Italia durante i nostri incontri dal vivo, scambi e dialoghi che, soprattutto quando a interloquire con noi sono studentesse e studenti, arricchiscono noi molto più di quanto speriamo di fare con loro.
Quindi queste brevi righe sono per ringraziare voi che siete qui e che costantemente ci leggete, ascoltate e sostenete!
Buon anno nuovo da noi tre !
18 gennaio 2025 , BI-BOx Art Space, [BIELLA]
Mis(S)conosciute | Fabrizia Ramondino: scrivere il mondo
Prima lezione del corso “Le Scomposte” 2025, ore 16.30 - 18.00 - Via Italia, 38 Biella . Costo della lezione: 15 €
Per info e prenotazioni, scrivere a: segreteria.contemporanea@gmail.com
La bambola di Taghreed Najjar
La Palestina nei libri per ragazzi e ragazze
L’opera
"Era la prima volta in vita mia che vedevo una macchina fotografica. Si presentava come una scatola di legno coperta da una tenda nera sul retro, e aveva delle gambe che la fissavano a terra. Corsi in camera a prendere la mia cara bambola Sally dalla sua scatola, perché fosse fotografata con me.
'Riporta subito indietro quella bambola!' sbottò mia madre nervosa. È una foto di famiglia, non c'entrano niente le bambole!' Ma il fotografo disse ridendo: No... no... La foto sarà più bella se la piccola la terrà in braccio'. Impiegò poi molto tempo a sistemarci bene in piedi o seduti e alla fine disse entusiasta: 'Ecco, ci siamo! Vi prego di fare un respiro profondo e di non muovervi! Vi voglio immobili come delle statue. Conterò fino a tre, poi scatterò la foto'.
E scomparve sotto la tenda nera.
Uno, due, tre e... bam! Una luce intensa lampeggiò e si sentì un forte schiocco.
Quando vidi la luce, ebbi un tuffo al cuore, ma guardai Mariam e trattenemmo a stento una risata. Il fotografo tirò fuori la testa da sotto la tenda. “Sarà una foto stupenda” disse.
"Se Dio vuole, sarà pronta tra qualche giorno.”
Questa fotografia del 1933 chiude l’edizione italiana de La bambola di Taghreed Najjar e ritrae la famiglia dell’avvocato Mahmud Almadhi, nonno dell’autrice. In prima fila, al centro, si trova sua madre Salwa, che all’epoca aveva sei anni, che tiene in braccio la sua bambola.
Il romanzo è uscito nel 2019 per la casa editrice giordana Al Salwa (fondata dalla stessa autrice), ma è stato pubblicato in Italia da Feltrinelli soltanto nella primavera del 2024, tradotto dall’arabo da Laila Mattar.
Uno spazio in cui una scrittrice ospite consiglia ai lettori di #missconosciute un’autrice da leggere: la sua autrice preferita, una scrittrice troppo poco nota, poco pubblicata, un libro poco conosciuto di un’autrice famosa o la scrittrice che secondo lei tutti dovrebbero leggere.
ALESSANDRO FERRARO LEGGE AMALIA GUGLIELMINETTI
Alessandro Ferraro insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Genova. È autore di Singolare femminile. Amalia Guglielminetti nel Novecento italiano (2022) e Genova di carta. Guida letteraria della città (2020). Di Giorgio Caproni ha pubblicato il carteggio con Luigi Surdich, «Il nostro discorso per iscritto» (2023), e il Taccuino dello svagato (2018). Cura una rubrica settimanale sull’edizione genovese della «Repubblica» (dal 2024) e la rassegna letteraria a cadenza annuale Pride delle parole (dal 2023).
AMALIA GUGLIELMINETTI (1881-1941)
Mi foggiò la natura in una creta
indocile, e la vita non mi vide
materia inerte fra sue mani infide,
del suo pollice al solco mansueta.
Quando Gabriele D’Annunzio la proclama «unica poetessa» d’Italia, Amalia Guglielminetti, nata a Torino nel 1881, ha trent’anni e all’attivo due raccolte misconosciute ma memorabili: Le vergini folli (1907) e Le seduzioni (1909).
Con Le vergini folli apre le porte di un convento autobiografico e immaginario, una sorta di purgatorio che sta fra inferno dantesco e Poema paradisiaco, sia medievale che moderno come il liberty (stile che a Torino è di casa e che Amalia incarna). «Per quel ch’io tacqui e piansi, parla», la incita «colei che tace», così la poetessa si fa portavoce di una generazione da liberare.
Nell’anno in cui esce anche il poemetto Emma, cronaca cruda della malattia di sua sorella (drogata dalla morfina e visitata-violata dai medici), Guglielminetti pubblica Le seduzioni. In questo diario all’aria aperta l’autrice è «quella che va sola», ma nella poesia-manifesto La mia voce ribadisce: «volli parlar, / e dir cose di me, di tante donne».
Coraggiosa, contraddittoria, si lega a Guido Gozzano e a Dino Segre alias Pitigrilli, non si sposa né diventa madre. Scrive novelle, romanzi, commedie, fiabe e fonda una rivista che dirige per tre anni (1926-1928). Poi finisce in tribunale due volte per oltraggio al pudore, e una terza volta insieme a un gerarca fascista e a un giovane jazzista per un complotto contro Pitigrilli che finisce male, soprattutto per lei. Tenta la fuga e il suicidio, entra in carcere e ne esce a pezzi se il giudice la scagiona per «totale infermità mentale» (1931).
Gli ultimi dieci della sua vita li trascorre ai margini della civiltà letteraria in cerca di un riscatto che non arriva e in residenze di lusso sparse per tutta Italia in cerca della pace: nell’ottobre 1941 scivola sullo scalone di un grand hotel; dopo due mesi muore per le conseguenze della caduta.
Gli anni Cinquanta appiattiscono l’opera di Guglielminetti sotto il peso del carteggio con Gozzano, uscito col titolo Lettere d’amore (1951) benché da queste pagine debba «balzare qualche cosa di più degno che non la sentimentalità meschina dei piccoli amanti», come avverte il poeta già nel 1908. Negli anni Settanta, colei che a qualcuno pare perfino una superfemmina, è ridotta al forzato e fuorviante ruolo di nemica antifemminista di Sibilla Aleramo.
Ultimamente l’interesse editoriale per Guglielminetti narratrice è aumentato, mentre la poesia attende un’edizione all’altezza.
CONSIGLIO DI LETTURA EXTRA
Consiglio la lettura di Nessuno torna indietro (1938). Alba De Céspedes sfidò retorica e censura del regime fascista schierando otto ragazze: le protagoniste del romanzo sono figlie delle vergini folli, costrette in un istituto religioso ma scaltrite da sogni più ambiziosi e liberatori.
GABRIELLA PARCA (1926 - 2016)
Gabriella Parca è stata una giornalista e scrittrice italiana; ha pubblicato, nell’arco di quattro decenni, alcune fondamentali inchieste sui costumi sessuali delle italiane e degli italiani che fecero scalpore; è stata la prima direttrice di Effe Rivista Femminista, ha fondato il Centro Problemi Donna di Milano, ha diretto il giornale della Lega del Divorzio e ha pubblicato il libro L’avventurosa storia del femminismo.
Di Parca non è facile ricostruire una biografia articolata e dettagliata: il suo lavoro di autrice si è espresso prevalentemente nel giornalismo e si è tradotto nelle inchieste - di stampo dichiaratamente femminista - che ha realizzato a partire dagli anni ‘50 come Le italiane si confessano (1959) e I sultani. Mentalità e comportamento del maschio italiano (1965) e la letteratura sia scientifica che divulgativa che la riguarda è ridotta all’osso, tanto che la pagina della scrittrice e intellettuale è “orfana” di un profilo biografico anche sulla solitamente informatissima Enciclopedia delle Donne.
Prima di addentrarci nella ricostruzione della vita e dell’opera di Gabriella Parca vorremmo però aprire una piccola parentesi personale: come sapete, non amiamo farlo, ma in questo caso ci sembra necessario. Nell’estate del 2023 Nottetempo ha ripubblicato Le italiane si confessano e così abbiamo avuto l’opportunità di leggere questo sconcertante mosaico di lettere scartate - perché troppo scabrose ed “estreme” - dalle rubriche di piccola posta di alcune riviste a fumetti (letture tipicamente femminili negli anni ‘50 e ‘60) curate da Parca. La lettura si è rivelata illuminante, drammaticamente attuale, lancinante: un crocevia di patimenti e terrori - legati prevalentemente al sesso e alla relazione di coppia con gli uomini - vissuti da donne di diversa provenienza geografica, estrazione sociale, età. Questa sequela di centinaia di lettere senza risposta ci è stata di grande aiuto nell’impostare un laboratorio di scrittura che abbiamo svolto al Centro Antiviolenza “Donne Insieme” di Arzano (NA) nell’autunno di quell’anno:
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