Mis(S)conosciute - La newsletter #11: Paola Masino, Alessia Pizzi e Saffo
Scrittrici (e altre cose) tra parentesi
Ciao!
Questa è la newsletter di Mis(s)conosciute - scrittrici tra parentesi: noi siamo Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio e in questo spazio parliamo di tutto ciò di cui secondo noi si parla ancora troppo poco e di tutte quelle tematiche sulle quali vorremmo porre l’accento e accendere riflessioni. Le newsletter precedenti puoi trovarle qui.
Questa è la prima newsletter di Mis(S)conosciute del 2022: è quella in cui facciamo a te che ci leggi i nostri auguri di buon anno, quella in cui cerchiamo di non fare l’elenco dei buoni propositi per il 2022 e quella in cui non mettiamo su una ipotetica bilancia di merito i mesi dell’anno appena trascorso.
In queste settimane in cui abbiamo mescolato (poche) vacanze e (molto) lavoro, quasi senza renderci conto della pausa delle festività natalizie, ci siamo limitate a ripercorrere quei momenti del 2021 che per noi tre, le autrici del progetto Mis(S)conosciute e di tutto ciò che ne consegue, hanno rappresentato dei piccoli ma fondamentali passi in avanti, da molteplici punti di vista.
Molti di questi momenti memorabili si sono affastellati alla fine dell’anno: la presentazione di Scintille a Parma di cui abbiamo raccontato anche nella newsletter di dicembre, l’uscita di ben tre nuovi episodi del podcast, la (bellissima) recensione di Mis(S)conosciute sulla rubrica del settimanale L’Essenziale curata da Jonathan Zenti, le dirette sui social, le amicizie virtuali che superano il muro dello schermo e diventano incontri dal vivo.
Sono stati per noi l’occasione per uscire dalle nostre comfort zone e confrontarci con situazioni nuove e stimolanti che ci hanno molto emozionato e, superati gli iniziali momenti di imbarazzo, fatto venir voglia di fare di più, di provare a superare sempre un po’ di più il confine della nostra “area di sicurezza”: al di fuori di essa ci sono gli incontri dal vivo con persone interessate a ciò che facciamo e alle scrittrici che raccontiamo, con cui potremmo parlare per ore intere, gli scambi con altri professionisti del settore sulle tematiche che ci stanno a cuore, i confronti con quelle persone che muovono il mondo della cultura in un modo che a noi piace molto e che, se non fossimo uscite almeno ogni tanto da quel posto in cui stiamo così a nostro agio, non avremmo avuto modo di conoscere.
Insomma, senza bilanci né propositi, se c’è una consapevolezza che questo strano 2021 ci ha fatto maturare - al punto da portarla con noi nel 2022 - è quella di lasciarsi andare un po’ di più alle cose che accadono se si è disposti a lasciarle accadere, perché possono essere ricche di soddisfazioni, divertenti e motivo di crescita. Possono innescare catene di possibilità reciproche.
Sembra un po’ superfluo ribadirlo, ma se tutto ciò è successo e succederà è soprattutto grazie a chi presta ascolto e attenzione a ciò che Mis(S)conosciute, in un continuo lavorio ininterrotto, fa: ovvero tu che ora ci leggi, ci ascolti, ci segui e ci supporti.
Per ringraziarti ancora una volta e per rinnovare i nostri auguri di buon anno, in questa newsletter ci sono due regali:
Un annetto fa, a dicembre 2020, abbiamo avuto modo di chiacchierare con Marco e Antonio Manetti, i Manetti Bros registi del film Diabolik uscito qualche settimana fa al cinema: abbiamo parlato a lungo delle Sorelle Giussani, di Diabolik e del film che avevano appena finito di montare ed era pronto per l’uscita nelle sale. Parte di quell’intervista è servita a raccontare nei due episodi del nostro podcast usciti a dicembre la storia di Angela e Luciana Giussani, le due sorelle che hanno creato Diabolik, Eva Kant e il loro mondo, due donne che nella Milano degli anni ’60 seguono un’intuizione geniale perseverando fino a farla diventare un mito. Abbiamo finalmente montato ed editato l’intervista: si può vedere e ascoltare integralmente a questo link!
La bio(S)conosciute del mese è la scrittrice italiana Paola Masino: tra gli incontri con persone che fanno cultura in un modo che a noi piace che questo 2021 ci ha portato c’è anche quello con Michela Dentamaro, la fondatrice della casa editrice Rina Edizioni. Abbiamo molto amato il catalogo editoriale di questa piccola impresa culturale e abbiamo consigliato le sue proposte ripetutamente.
Per l’occasione, la casa editrice Rina ha attivato un piccolo codice promozionale:
- #missconosciute del valore di 5% di sconto (spese di spedizione gratuite) da inserire per l'acquisto di Racconto grosso e altri o per il mazzo di tarocchi ispirato dalle atmosfere e dalle suggestioni oniriche e surreali presenti nei racconti che compongono la raccolta di Paola Masino.
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Una volta selezionato uno di questi due prodotti, nel carrello è possibile inserire (spazio in basso a sinistra) il codice promozionale e applicarlo per ottenere lo sconto.
Uno spazio in cui una scrittrice ospite consiglia ai lettori di #missconosciute un’autrice da leggere: la sua autrice preferita, una scrittrice troppo poco nota, poco pubblicata, un libro poco conosciuto di un’autrice famosa o la scrittrice che secondo lei tutti dovrebbero leggere.
Alessia Pizzi si è laureata in Lettere Classiche con una tesi sulle donne dell’antichità, il cui studio è stato condotto a Oxford. È giornalista, Direttrice del sito CulturaMente e Consulente di Digital Marketing. Nel 2020 ha pubblicato “Qualcuno si ricorderà di noi”, un corto teatrale in cui Google, aiutato da Saffo, risveglia le poetesse dell’antichità per avvisarle che è il momento di essere ricordate.
SAFFO
La cosa più bella è quella che si ama.
Certo che un’amica come Saffo avrebbe proprio fatto comodo ai tempi della scuola. Eppure, nonostante il suo nome sia sulla bocca di molti rispetto a quello di tantissime altre colleghe silenziate dalla storia, la poetessa di Lesbo ancora oggi è materia per pochi, e spesso anche quei pochi che la conoscono non hanno in mano le informazioni corrette.
Saffo si studia in Accademia e al liceo classico. Parallelamente alla sua figura storica - troppo spesso identificata come prostituta o lesbica - è stata creata una figura mitologica che la ritrae brutta, infelice e morta suicida per un traghettatore che non la ricambiava.
Saffo è a tutti gli effetti una Mis(S)Conosciuta. Solo negli anni Sessanta, grazie anche all’arrivo dei Gender Studies, il mondo accademico inizia a identificare Saffo come una poetessa più che come una donna di cui scoprire i segreti biografici. Questa nuova luce sulla sua produzione, a discapito del pettegolezzo, le rende finalmente giustizia anche in ambito critico. E qui torno al perché un’amica come Saffo serve un po’ a tutti noi, dalla pubertà in poi. Un classico, per dirla con Calvino, non ha finito mai di dire quel che ha da dire: cosa significa questa frase nel suo caso?
Saffo è stata la prima a dire che la cosa più bella è quella che si ama. Il teorema è semplice, diretto, quasi banale. Affermarlo in un’epoca in cui la cosa più bella era il valore militare maschile, però, è tutta un’altra storia!
Un esercito di cavalieri, dicono alcuni,
altri di fanti, altri di navi,
sia sulla terra nera la cosa più bella:
io dico, ciò che si ama.
Saffo descrive la sintomatologia dell’amore come se fosse un medico e come se la passione fosse una vera e propria patologia. A volte è proprio così: non riusciamo a controllare le nostre emozioni, ci blocchiamo, facciamo figuracce, diamo di matto.
… Non appena per un attimo ti guardo
non ho più voce,
la lingua è rotta, fuoco sottile
subito è diffuso sotto la pelle,
con gli occhi nulla più vedo,
un rumore mi ronza nelle orecchie,
sudore freddo mi avvolge.
Un tremito tutta mi prende,
sono più verde dell’erba,
mi sento poco lontano dalla morte
ma tutto bisogna sopportare.
Saffo ha un’altra amica da presentarci: Afrodite, alleata divina nelle pene amorose. E a quel ragazzo (o ragazza) che alle superiori non ci filava, avremmo dovuto dedicare questi versi:
Se ora fugge, presto ti inseguirà:
se non accetta doni, te ne offrirà:
se non ti ama, subito ti amerà
pur se non vuole.
Saffo, prima voce occidentale femminile con una forte autocoscienza poetica, affermò: “Io dico che un giorno qualcuno si ricorderà di noi”. Questo verso è diventato il titolo della mia tesi di laurea sulle donne dell’antichità, ispirando anche il libro che poi ho scritto su di loro.
Mi ha colpito la forza del suo significato, nonostante la frammentarietà del contesto da cui proviene.
Saffo è madre letteraria delle poetesse dopo di lei e maestra d’amore di tutti noi, sia come modello letterario che come ispirazione nei momenti di difficoltà. Saffo è la donna che è stata poeta quando il termine - declinato al femminile - nemmeno era attestato nella lingua greca.
Saffo è l’amica da portare sempre con sé nell’edizione critica di Franco Ferrari, che consiglio, anche perché è tutta rosa oltre che molto raffinata. Oggi è possibile anche dialogare con la poetessa, in caso: basta chiedere all’assistente vocale di Google. Grazie al progetto sappho.education ora è possibile dialogare e chattare su Telegram con la poetessa tramite un chatbot. Per me è stato davvero emozionante provarci, anche perché nel mio libro avevo già ipotizzato che sarebbe stato Google a risvegliare le poetesse dell’antichità.
Sono felice di non essere stata l’unica a crederlo.
Un consiglio
Visto che di poetesse - specialmente antiche - non se ne sentono molte in giro, consiglio anche la lettura delle figlie letterarie di Saffo: Erinna, Nosside e Anite, protagoniste dei miei studi, ma ancora troppo poco conosciute sui banchi di scuola. E se il tema è caro a chi legge, comunico anche che è online il mio nuovo sito poetessedonne.it in cui darò spazio a loro e a tutte le altre. Buona lettura!
Paola Masino
(1908 - 1989)
Paola Masino è una delle voci più poliedriche, visionarie, perturbanti e raffinate della letteratura italiana novecentesca e perciò, coerentemente, definita dalla critica fascista - e pare dallo stesso Mussolini - una “scribacchina”, il cui romanzo Periferia, secondo classificato al Viareggio 1933, procurò non pochi pruriti al regime che, per tutta maschia risposta, da quel momento in poi, fece calare plurime mannaie censorie sulla produzione dell’autrice, la quale, con donnesco contegno, non fece una piega.
Nata a Pisa da madre aristocratica, Luisa Sforza, e da padre funzionario del Ministero dell’Agricoltura, intellettuale, drammaturgo e melomane, Enrico Alfredo, Paola fin dall’infanzia è appassionata di musica, poesia e teatro: letterariamente, è tenuta a simbolico battesimo da Shakespeare e dagli autori elisabettiani ma pure da Gogol’, Dostoevskij, Ibsen, Flaubert.
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